Lo "stampare" e il Covid-19

Stampare ai tempi del Covid step#11

In questo periodo stiamo tutti vivendo una situazione che non avremmo mai immaginato: nel giro di ventiquattro ore tutto ciò che prima faceva parte della nostra normalità è diventato "proibito". Un bacio, un abbraccio, una stretta di mano sono diventati dei comportamenti a tutti gli effetti dannosi per la salute pubblica. Questo a causa di una pandemia globale dovuta al virus identificato come Covid-19 (chiarimenti qui), che si è approfittato delle nostre abitudini per insediarsi nelle nostre case, distruggendo magari la tranquillità di ogni giorno. Inoltre molti hanno perso i propri cari a causa della disorganizzazione dell'apparato sanitario, oppure a causa dell'impossibilità di aggiungere altri posti letto in terapia intensiva, per non parlare del fatto che magari gli operatori sono stati costretti a fare delle scelte su chi curare con urgenza e chi no.
In tutto questo tutti gli apparati statali (parliamo dello Stato Italiano) hanno subito il colpo, basti pensare al crollo del PIL dovuto all'assenza di produzione in alcuni settori, o alle persone in cassa d'integrazione, che non hanno più avuto la sicurezza di un lavoro stabile, e questo pesa sull'economia del Paese.
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Esempio di prima pagina uscita
nel mese di marzo
Uno dei settori, che però non ha subito nessun effetto dalla pandemia è quello dell'informazione, che ha potuto continuare a lavorare anche grazie alla possibilità di pubblicare via web. Infatti le edicole sono state trattate dai vari decreti come punti vendita di prima necessita, come supermercati o farmacie, per sottolineare l'importanza dell'informazione, soprattutto per quanto riguarda notizie di carattere nazionale.
Tra i metodi per informarsi sicuramente il più attendibile è quello dei giornali fisici, questo perché mentre i giornali vengono creati dal lavoro di giornalisti che si informano avendo così anche una particolare certezza su ciò che comunicano, sul web sono presenti molti siti, che volutamente o meno, cadono nella diffusione di "fake news", ovvero vanno a diramare notizie false o poco attendibili che possono provocare nella società degli effetti negativi.
Per fare un esempio, se si cominciasse a vociferare sul web che in questo momento il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ordina la chiusura dei supermercati, questo farà andare il lettore nel panico che si precipiterà al supermercato, come tanti altri, provocando lunghe file davanti ai supermercati, caos e tensione a livello sociale (che può sfociare in vere e proprie risse da strada, come è già successo).
In sintesi possiamo dire che l'informazione non ha subito effetti dal Covid-19 dal punto di quantitativo ma qualitativo.

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