"Stampare" nella storia

Le conseguenze della stampa fino al 1600 step#12 parte 2

La prima cosa per cui fu usata la stampa nel 1500 fu quella di diffondere idee, soprattutto religiose. I bassi costi permisero a più fasce della popolazione di comprare libri e volumi vari, permettendo un assottigliamento delle differenze culturali all'interno della piramide sociale.
Lutero illustra le sue 95 tesi
appena affisse,

Ferdinand Pauwels.
Uno dei primi libri redatti e pubblicati fu ovviamente la Bibbia (ancora oggi il libro più stampato al mondo), questo permise alla Chiesa Cattolica di esprimere ancora meglio il proprio potere sulla cultura , ma da lì a poco la stampa fu utilizzata  anche da Martin Lutero: un teologo e accademico tedesco , che fu il primo a denunciare le "oscenità" all'interno della Chiesa, soprattutto per quanto riguardava il comportamento dei suoi componenti. Lutero pubblicò le sue 95 tesi, un elenco, che secondo tradizione affisse alla porta della chiesa del castello di Wittenberg, in cui criticava punto dopo punto la Chiesa di Roma, la Dottrina Cattolica, ma soprattutto la dissolutezza dei membri ecclesiastici.
La fortuna di Lutero fu quella di trovare diversi principi tedeschi (ricordiamo che il territorio dell'odierna Germania era diviso in diversi piccoli principati, dipendenti dall'imperatore che veniva eletto tra i principi), che per essere indipendenti dalla Chiesa, appoggiarono le sue idee commissionando anche la stampa delle tesi, dando vita al periodo della  della cosiddetta "Riforma protestante": si ebbe un secondo scisma che questa volta interessò soltanto l'Europa, che mise in contrapposizione i sostenitori della Chiesa e quelli di Lutero.
Stampa del Concilio di Trento tenutosi
nella Chiesa di Santa Maria Maggiore
Lo scisma sarà causa di diverse guerre e scontri in Europa (come la strage della Notte di San Bartolomeopoiché la Riforma portò un'ondata di apertura verso alternative religiose come quella di Calvino e alcuni Stati si schierarono a favore della Chiesa, come per esempio la Spagna.
Agostino Carracci, Frontespizio della prima edizione illustrata della Gerusalemme Liberata, 1590.jpg
Frontespizio della I edizione della
"Gerusalemme liberata"
,
a cura di Agostino Carracci
Da lì a poco la stampa visse uno dei suoi momenti più bui della sua storia perché la Chiesa Cattolica andò a rispondere alla Riforma con la Controriforma: un provvedimento travagliato che vide l'interesse di diversi Papi con idee contrastanti (come Giulio II, favorevole ad un confronto con i luterani, e Paolo IV, convinto del fatto che la riforma doveva essere fatta solo dalla sede petrina), e che portò ad un rinnovamento dal punto di vista spirituale, teologico e liturgico.
La Controriforma fu stilata durante il Concilio di Trento.      
Uno dei provvedimenti previsti era quello di stilare un elenco di libri, in continuo aggiornamento, chiamato Indice dei libri proibiti, e che raccoglieva i titoli dei libri banditi dalla Chiesa, perché ritenuti dannosi. L'Indice avrà un importante ruolo nella vita di alcuni scrittori, come quella di Tasso, ossessionato dalla paura che la sua opera "Gerusalemme liberata", venisse inclusa in esso, e infatti per questo motivo la riscriverà chiamandola "Gerusalemme conquistata", nonostante il Congresso dell'Indice (l'organo con il compito di curare l'Indice), aveva dato il via libera alla prima edizione.

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