"Stampare" nella storia

"Stampare " nel settecento step#13

Opera di San Alfonso
 De Liguori,
stampata dalla famiglia Remondini
Dopo la rivoluzione della stampa di Gutenberg, in Europa la stampa si afferma definitivamente nel Seicento e nel Settecento. In quest'ultimo periodo lo "stampare" porta dentro di sé un nuovo significato, ovvero quello di guadagno, infatti in Europa vengono fondate numerose tipografie, anche di grandi dimensioni come quella dei Remondini di Bassano del Grappa, che aiutano ad aumentare anche il numero di volumi presenti nei centri di commercio librario come ad esempio quello di Lipsia (la fiera del libro di Lipsia è una delle più importanti di Europa, nata nel XVI secolo), che vide tra il 1765 e il 1800 il numero dei titoli presenti passare da 1384 a 3906.
Le tipografie così cominciarono ad essere parte di un commercio molto ampio in cui cominciarono ad insorgere i primi problemi, uno tra tutti la proprietà intellettuale delle opere: le opere stampate venivano considerate di proprietà del tipografo, e non dell'autore. Il primo paese che riuscì a ovviare il problema fu l'Inghilterra con il Copyright Act (1709), emanato sotto il regno della regina Anna, che dava all'autore un'esclusiva di ventuno anni sull'opera. Nelle altre nazioni Europee si dovrà aspettare circa novant'anni prima che vengano emanate leggi simili sulla proprietà intellettuale, in particolare in Francia si avrà prima nel 1777, e poi nel 1791(una delle leggi rivoluzionarie) e in Italia verrà emanata nel 1801 dalla Repubblica Cisalpina.
Frontespizio
dell'Encyclopedié,
Wikipedia.
Tutta questa disparità tra "colleghi" porto a una profonda differenza tra le condizione economiche degli scrittori inglesi e degli scrittori europei: mentre in Inghilterra lo scrittore ricopriva una professione vera e propria, quindi viveva di ciò che scriveva, nel resto d'Europa lo scrittore era costretto a vivere in condizioni precarie, dovendo molte volte lottare con lo stampatore per avere un compenso, o addirittura essere costretto a diventare stampatore delle proprie opere(pratica molto diffusa in tutto il '700). Quest'ultimo fenomeno portò ad avere figure ibride tra l'editore, e il libraio(figure che poco prima si stavano distinguendo e separando).
La moltitudine di tipografie permise un abbassamento dei costi dei libri stampati (anche per concorrenza) e questo permise a un pubblico sempre più largo, ad avvicinarsi alla lettura. I libri che vennero stampati in questo secolo abbracciano tutti gli interessi della popolazione, quindi abbiamo sia una lettura erudita, come testimonia la stampa della "Encyclopédie" di Diderot e D'Alembert, ma anche una lettura popolare legate al venditore ambulante. 
La macchina di Robert,
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Lo "stampare" durante il secolo va avanti non solo in numero di stampe, ma soprattutto nelle modalità, infatti è un mondo che continua ad evolversi, grazie a innovazioni come la "macchina continua" di  Louis Nicolas Robert: fu una delle invenzioni più importanti per quanto riguarda la produzione di carta (basti pensare che è il metodo ancora oggi utilizzato, cambiano soltanto le dimensioni e i materiali di cui è formata la macchina), infatti lo scarseggiare di stracci(elemento essenziale per la produzione delle pagine dei libri) portò ad adoperarsi con altri materiali, in questo caso la pasta di legno, che fece abbassare i costi di produzione della carta.
La macchina era formata da una tramoggia, da una ruota a tazze, da una griglia e da due cilindri. Si versava la pasta di carta raffinata nella tramoggia, la ruota a tazze la versava sulla griglia(dove sgocciolava l'acqua in eccesso), e concludeva il suo percorso tra i due cilindri, da cui usciva il foglio di carta finale.
Un altro passo importante fu quello della Litografia, che nacque nel Settecento, ma ebbe la sua massima espressione nell'Ottocento.

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