"Stampare" nella cronaca

Il caso di Charlie Hebdo step#18

François Cavanna, cofondatore
di Charlie Hebdo.
Nella società odierna il genere parodistico del passato (per esempio "L'Orlando Furioso " di Ariosto), ha cambiato volto, infatti mentre nel passato la parodia era un genere che rideva beffardo di situazioni verosimili, adesso, nel 2020 si ha della parodia una concezione sempre più strettamente legata al mondo politico. Questo accade soprattutto in Italia dove grazie a personaggi come Crozza (comico televisivo, che incentra la sua comicità sulla sfera politica), la parola "parodia" è diventata sinonimo di "satira politica". Ovviamente, il fenomeno descritto poc'anzi, si presenta anche nel mondo della stampa, tramite articoli ma soprattutto vignette, le più famose sono quelle del giornale satirico francese "Charlie Hebdo". Il settimanale nasce nel 1960 come mensile, da un'idea di Georgies Bernier e François Cavanna, e fu definito da loro stessi come "bête et méchant", cioè "stupido e cattivo". Il mensile divenne settimanale, ed in seguito riuscì a pubblicare anche fuori dalla Francia, e divenne famoso soprattutto per le sue vignette crude ed aspre e che nel corso del tempo hanno fatto scattare numerose polemiche.
Motto "Je suis Charlie".
Il giornale è stato al centro dell'attenzione pubblica nel 2015, precisamente il 7 gennaio, quando due uomini armati entrarono nella sede del giornale aprendo il fuoco contro i vignettisti e i redattori del giornale, mietendo 12 vittime, inoltre uscendo dalla sede, uccisero altre tre persone mentre stavano fuggendo dal luogo della strage grazie ad una Citroen C3. Il motivo dell'attentato deve essere cercato negli argomenti trattati dal giornale, infatti tutto fu causato per "l'ampio trattamento" della figura di Maometto, e questo fu confermato anche da Al-Qaida, che rivendicò l'attentato.
Per la società, l'attentato non fu visto come indirizzato ad una singola testata giornalistica, ma alla libertà di stampa e di parola, ed infatti ci furono molte manifestazioni, in tutto il mondo, che posero come loro slogan la famosa frase "Je suis Charlie" per mostrare la propria solidarietà verso il giornale, ai parenti delle vittime e anche alla nazione francese.
Esempio di vignetta. Questa
fu pubblicata ad una settimana
dall'attentato.
Come suddetto il motivo scatenante fu la sfacciataggine con cui la testata usò certe parole, e figure all'interno dei loro articoli e vignette, cosa che ovviamente l'attentato non ha fermato(come giusto che sia). C'è però da precisare il tipo di umorismo su cui punta la testata che è quello del black humor, che molte volte indigna, o addirittura arriva ad offendere certi gruppi di persone (che possono essere anche intere comunità, o nazioni), per come usa certi fatti o come li racconta, arrivando anche a toccare livelli alti di blasfemia. Numerosi sono gli esempi che possono essere scritti, poiché basta digitare su un motore di ricerca "Charlie Hebdo" ed andare sulla sezione "immagini" per poter visionare tutte le vignette da loro pubblicate, ma voglio attenzionare quello di una vignetta creata per il terremoto in Italia(2016).
La vignetta è stata ampiamente criticata perché paragonava le vittime di amatrice, ancora sepolte sotto le macerie, ad una lasagna al forno (vignetta). Il fatto che forse ha fatto più scandalo è quello che a criticare la vignetta sono state le persone che l'anno prima erano scesi in piazza per manifestare la solidarietà verso la testata giornalistica, e che quindi non avevano realmente capito chi, o cosa avessero difeso. In conclusione la libertà di parola deve essere usata con buonsenso, ed ovviamente nessuno può limitare quella dell'altro, ma in un mondo così tanto ormai globalizzato, tutti ci sentiamo in grado di esprimere giudizi su tutto ciò che ci circonda, facendoci a volte trasportare dalle tendenze del momento, che vanno in realtà in contrapposizione con le nostre idee.

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